VENETO VENTI VENTI

Courtesy Image of Massimo Saretta Photographer | Veneto Venti Venti.

Dal 18/11//2021 Al 23/01/2022
Galleria Civica Cavour – Piazza Camillo Benso Conte di Cavour 73b, 35121, Padova (PD)
Ingresso Gratuito
Richiesto Green Pass Rafforzato
Curato da: Prof. Scarabello Gastone
Fotografo: Massimo Saretta


A chi è rivolto: Amanti di fotografia contemporanea; Appassionati di fotografi innovativi; Curiosi di interrogare l’arte in generale e il periodo di quarantena dovuto alla situazione pandemica italiana del Duemilaventi.

L’esposizione itinerante è stata inaugurata a Padova il 18 novembre 2021 presso la Galleria Civica Cavour ed è stata estesa fino al 23 gennaio 2022, dopo di che si sposterà a Venezia. Organizzata da SICHEL Consulting con le fotografie del fotografo Massimo Saretta con il patrocinio della Regione Veneto e dei comuni di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Verona, Venezia e Vicenza.

Courtesy Image of Virna Manattini | Veneto Venti Venti.

Massimo Saretta, nasce nel 1958 a Padova, dove lavora sia come fotografo che come dirigente scolastico. Con la macchina fotografica sempre appresso, Saretta compie moltissimi viaggi in giro per il mondo approfondendo tecnica e abilità nella preparazione degli scatti, che lo porta a specializzarsi nella fotografia di reportage fermando attimi sempre più suggestivi.

Courtesy Image of Massimo Saretta

A partire dal 2010, per sette anni torna in India a scattare fotografie. Poi, attraverso il suo volume fotografico “Un’idea di India” e la relativa mostra itinerante di due anni su territorio nazionale tra le quali continua a riscuotere un particolare successo la mostra realizzata in collaborazione con l’Ambasciata Indiana in Italia e il Consolato Generale dell’India in Italia, diventa un nome conosciuto. La sua ricerca fotografica si sviluppa e approfondisce con il raggiungimento anche di altre mete oltre all’India come Nepal, Marocco, Spagna, Thailandia, Messico, Romania e, ovviamente, Italia. Da oltre trent’anni, continua a scattare fotografie raccontando attraverso le sue immagini i colori che lo hanno ispirato ma anche la spiritualità, le culture, i ritratti di luoghi e popoli che lo affascinano. Ha al suo attivo importanti esposizioni personali e collettive.

Gli scatti di Massimo Saretta restituiscono non tanto la realtà ma il percepito. Le fotografie si lasciano percorrere una dopo l’altra, chiamando in causa il tempo come categoria di fruizione, non tanto di un tempo narrativo, piuttosto quel tempo di lettura, necessario, per fermarsi sui tanti segni che compongono ogni scatto come un’immagine astratta.
Il soggetto è lì presente, ma trascende in una composizione che diventa pittorica e come tale si inalbera nella lettura percettiva, quasi gestaltica, di dati emotivi, individuali, esperienziali.

Luca Beatrice

Veneto Venti Venti è nata su iniziativa di Massimo Saretta che, durante il periodo di lockdown di marzo 2020 dovuto alla pandemia di Covid-19, ha ottenuto dei permessi speciali per spostarsi tra le zone chiuse. Il titolo vuole porsi come identificativo di un periodo specifico, il duemilaventi, e di un territorio in particolare, il Veneto. Attraverso le sue immagini si percepisce il tempo fermo, sospeso, in cui si era tristemente immersi in Italia e si vuole promuovere la cultura e il turismo del territorio negli anni a venire.

Courtesy Image of Virna Manattini | Veneto Venti Venti.

La mostra presenta 80/100 immagini che catturano i luoghi più significativi dei capoluoghi di provincia della regione Veneto durante questa particolare situazione. Vuoti, desolati, attraversati solo da chi affrontava lo spostamento per comprovate necessità. I luoghi significativi della città stessa, in cui si è fatta e vissuta la storia, in cui i turisti accorrono e passano sono calati in una stasi che non fa altro che sottolineare l’assenza delle persone che li vivono. Questi sono stati catturati dall’obiettivo di Saretta in un tempo sospeso, momentaneamente spopolati e deserti. La causa, la pandemia globale di Covid-19, che ha decretato per molti progetti ed esercizi la chiusura immediata ma non sempre è stata solo temporanea.

Il percorso espositivo, in Galleria Civica Cavour, è circolare e inizia e conclude con l’ingresso. L’ambiente è ben illuminato e le opere sono distanziate fra loro, permettendo una facile lettura a chiunque acceda allo spazio, attrezzato anche ad ospitare persone con ridotta mobilità. La prima opera, che accoglie il visitatore, è una delle più significative dell’esposizione. In questo scatto, un ristoratore è in piedi, dietro alla serranda abbassata, e alza il calice di vino bianco in un segno di brindisi verso il fotografo, che sta documentando questo evento globale. Il segno distintivo di una persona che cerca di mantenere una routine quotidiana e che non ha ancora gettato la spugna, anche in una situazione di estrema emergenza dovuta ad una pandemia mondiale.

Courtesy Image of Massimo Saretta Photographer | Veneto Venti Venti.

Camminando lungo lo spazio espositivo è possibile visitare tutti i capoluoghi di provincia della regione, calandosi in quella situazione di immobilità e sospensione irreale, in cui si erano ritrovate le città e le persone a causa delle restrizioni alla circolazione imposte in quel periodo.
Gli scatti di Massimo Saretta catturano specialmente i locali, le piazze, le Camere di Commercio, i parcheggi e alcuni dei luoghi più turistici delle città, tutti accomunati dall’assenza della massa di persone che si è abituati a vedere. I visitatori, che si spostano all’interno della mostra, sono portati a partecipare al moto di stupore, meraviglia e al tempo stesso di repulsione che scaturisce dal confronto con le fotografie.

Courtesy Image of Massimo Saretta Photographer | Veneto Venti Venti.

I luoghi riconosciuti, dalle persone che abitano le città e che sono i simboli del Veneto, si trasformano davanti ai nostri occhi in qualcosa di irreale. Quasi impossibile riconoscere a prima vista il Ponte di Rialto, completamente visibile senza la calca delle persone che lo attraversano quotidianamente, quasi fosse un esercizio di ricostruzione architettonica.
Colpiscono anche i ritratti dei luoghi in cui normalmente ci si ritrova in compagnia come bar, ristoranti, piazze, a condividere un aperitivo o un pasto. Ancora meno si tendono a riconoscere quegli spazi che si frequentano solitamente per trovare un po’ di intrattenimento, come i teatri, e di occasioni di aggregazione culturale, come i musei e i centri storici. Tutti deserti, abbandonati, inabitati, che improvvisamente balzano all’occhio di tutti come un nuovo simbolo di pericolo e non si pensa solo a quello riferito alla diffusione del contagio di Covid-19.

Courtesy Image of Massimo Saretta Photographer | Veneto Venti Venti.

Consiglio: Un memo per il futuro? Si spera!

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2 risposte a "VENETO VENTI VENTI"

  1. Quando nasce una fotografia? Io credo nasca due volte, prima quando viene scattata e poi quando viene vista. Il suo scopo? Informare, stupire, emozionare, imprimere un’istante nella memoria. Le fotografie di Massimo Saretta riescono a svolgere tutti questi compiti accompagnandoci attraverso i suoi occhi alla scoperta di un mondo cambiato a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Grazie ad esse l’autore ci mostra le bellezze delle città venete, spesso trascurate dalla distratta frenesia della quotidianità, ed ora libere di essere ammirate poiché completamente deserte. Ci informa a proposito della condizione che tutti stiamo vivendo, un tempo in cui il nostro rapporto con l’ambiente e con la società è dovuto cambiare, creando una testimonianza del presente per il futuro. Ci emoziona regalandoci la possibilità di sentirci partecipi del suo lavoro, perché ciascuno di noi può riconoscersi in quelle immagini, in quei luoghi talvolta così familiari da commuoverci. Ma infondo c’è sempre speranza, quel sentimento per cui niente è perduto per sempre, e Massimo ce lo ricorda fotografando un’opera di Banksy a Padova, il 4 Aprile del 2020 : una coppia si bacia abbracciandosi talmente forte da diventare una figura unica. Sono felice di aver visitato la mostra, e spero che molti altri l’abbiano fatto.

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    1. Condividiamo in pieno la tua opinione.

      Sabato scorso abbiamo avuto la possibilità di ripassare per Padova e di parlare con Massimo Saretta, che era presente in mostra, ed è esattamente di questo che abbiamo parlato.
      I suoi scatti documentano un periodo che rimarrà nella storia e ci permettono di prendere coscienza dell’apertura di una nuova prospettiva per il futuro.

      Piace a 1 persona

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